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di Sally Potter, con Tilda Swinton
(Gran Bretagna, 1992)
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Vita e miracoli del giovane lord favorito dalla regina Elisabetta: che, dal Seicento ai nostri giorni, non solo non invecchia, ma cambia sesso per non mutare mentalità. In effetti, riflessione sull' ambiguità dell'identità sessuale, dettata dal romanzo che Virginia Woolf dedicò al suo celebre amore per Vita Sackville-West. Visto da una cineasta contemporanea, tutto ciò non può non tradursi in una parabola femminista: in un veemente ritratto di donna libera, costruito sul fascino androgino della brava Tilda Swinton, che concilia lo spettatore con il film. Sally Potter viene dalla coreografia, e si vede: l'ambiziosa invenzione formale che ci conduce dai balletti sul ghiaccio con le principesse zariste alla casbah araba con altre donne velate, s'ispira abbondantemente alla pittura d'epoca. Ed a tutto un cinema (da BARRY LYNDON a Peter Greenaway) che ci aveva insegnato ad utilizzare quell'estetica a fini che non fossero soltanto decorativi.
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Il film in Internet (Google)
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Per informazioni o commenti:
info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch
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capolavoro
da vedere assolutamente
da vedere
da vedere eventualmente
da evitare
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